
Quando si produce un segnatempo destinato ad una clientela tanto esigente come quella militare, è bene tenere presenti alcuni principi basilari che determineranno il successo o il fallimento della referenza. Con il suo Special Ops Black Vulture Titanium, MTM sembra essersi focalizzata in modo tanto specifico su alcuni dettagli da arrivare a sacrificare molte caratteristiche determinanti per uno strumento militare, tra cui la leggerezza e l’indossabilità.
Nel caso vi capitaste mai di chiedere ad un militare che lavora sul campo di descrivere il suo segnatempo ideale, state pur certi che non mancherà di enfatizzare la leggerezza e la maneggevolezza dello strumento. Considerate che un soldato in azione deve già trasportare un peso notevole in termini di armi e attrezzatura. L’ultima cosa che gli serve è un orologio pesante e ingombrante. Eppure MTM non sembra aver prestato particolare attenzione a questo dettaglio. Infatti, nonostante la cassa dello Special Ops Black Vulture Titanium sia realizzata in titanio, metallo risaputamente più leggero rispetto all’acciaio, il suo peso pare essere davvero esagerato. Probabilmente questo inconveniente è dovuto al peso della batteria interna, indispensabile per mantenere in funzione i LED luminosi e i raggi UV di cui è dotato questo esemplare tattico.

Il LUM-TEC Combat B7 fa parte della serie B degli orologi da aviatore prodotti da LUM-TEC, casa specializzata nella realizzazione di esemplari dal taglio militare che garantiscano un’elevata luminosità anche in condizioni di luce limitate. Questa referenza ha un taglio particolarmente interessante per vari motivi. Vediamone qualcuno insieme.





Un orologio dalla massima forza. Arriva da Oris il Col Moschin Limited Edition, modello che nel corso delle estenuanti missioni di addestramento è stato testato con grande successo dai membri del reparto delle forze speciali italiane.
CWC, Cabot Watch Company, nasce prima degli anni 70 e produceva orologi e cronografi adottati dalle forze armate inglesi e anche da quelle Kenyote. I primissimi cronografi montavano il 7733 Valjoux.
Una storia lunga più di novant’anni quella che ha da raccontare il marchio Glycine. Era il 1914 quando Eugene Meylan fece costruire la nuova fabbrica GLYCINE a Bienne, la stessa fabbrica che oggi si può ammirare e che ha mantenuto il fascino degli esordi.