JeanRichard Aquascope diver: stile e resistenza fino a 300 metri

Ecco a voi un pezzo che ha fatto il suo ingresso sul mercato qualche tempo fa, ma per cui vale la pena dire due parole. E’ il JeanRichard Aquascope 300 metri diver. Con la sua cassa a cuscinetto e le due corone rispettivamente posizionate alle ore 3 e 9, è un esemplare tanto attraente quanto funzionale.

Non pensiate, però, che la corona a ore 9 abbia la consueta funzione GMT come ci si potrebbe aspettare. Dato che questo JeanRichard è privo di questa funzionalità, la corona addizionale ha un’utilità del tutto diversa. Essendo l’esemplare in questione un diver di alta categoria, la corona a ore 9 serve a bloccare la lunetta nella posizione desiderata. In questo modo potrete immergervi in tutta tranquillità senza il minimo rischio.

La corona principale posizionata a ore 3, invece, svolge le sue consuete funzioni di regolazione per ore, minuti e settaggio della data. Quest’ultima viene segnalata alle ore 3 con un piccola finestra a sfondo bianco e numeri rossi, un tocco cromatico molto interessante e dinamico.

La cassa di questo diver è realizzata in resistente acciaio inossidabile pronta a proteggere il movimento automatico prodotto in house JR1000. Questo gioiello dell’orologeria si fregia di 27 rubini con una frequenza di 28.800 vibrazioni all’ora e 48 ore di riserva di carica. Se si pensa che un normale ETA arriva a 45 ore di carica, le 48 ore di questo JeanRichard possono sembrare del tutto irrilevanti. Eppure non è così. Nel caso lasciaste il vostro segnatempo nel cassetto della scrivania per un paio di giorni non correrete il rischio di ritrovarlo giusto 48 ore dopo privo di vita e bisognoso di essere ricaricato.

La decorazione e il layout del quadrante di questo diver hanno le caratteristiche tipiche di un segnatempo fatto per essere usato a 300 metri di profondità. Sia gli indici sia le lancette ricordano da vicino lo stile che contraddistingue ormai da tempo i modelli Submariner o Oyster di Rolex. Nonostante ciò, il risultato è del tutto ottimale. In fondo, non c’è nulla di male in un po’ di standardizzazione se questa si è dimostrata efficiente. Buona immersione

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